L'arrivo di Napoleone all'Elba
Un piccolo punto sul mare: ecco che cosa era quell'isola d'Elba che il trattato di Fontainebleau assegnava in sovranità al Conquistatore del mondo ...
In quel tempo l'Elba, che apparteneva alla Francia fin dal 1802, faceva parte del Granducato di Toscana, sul quale regnava, nominalmente almeno, Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone.
L'arrivo nelle acque di Portoferraio avvenne il 3 maggio 1814 a bordo della fregata inglese "Undaunted" sulla quale pochi fortunati furono ammessi a omaggiare S.M.I e tra questi l'Amministratore delle miniere di ferro Pons de l'Herault che nelle sue memorie scritte così ci racconta:
"L'Imperatore apparve sulla soglia della sua cabina. La nostra emozione era profonda. Istintivamente ci serrammo gli uni contro gli altri e restammo in una specie d'incantesimo. L'Imperatore si arrestò un momento, sembrava volerci prima scrutare: facemmo un movimento per andare verso di lui, ed egli avanzò incontro a noi. L'Imperatore portava l'abito verde dei cacciatori della Guardia Imperiale. Aveva le spalline di colonnelli. La croce della legione d'Onore attaccata alla bottoniera era quella di semplice cavaliere e non portava la corona di ferro. Il suo vestito era accurato. Il suo aspetto era calmo e i suoi occhi brillavano e un sorriso pieno di dignità sfiorava i suoi labbri. Aveva le braccia incrociate dietro il dorso. Noi pensavamo che fosse senza cappello, ma quando si diresse dalla nostra parte ci accorgemmo che teneva nella mano destra un piccolo cappello rotondo da marinaio, e questo ci meravigliò".
Il 4 maggio avviene lo sbarco ufficiale. Un colpo di cannone partito dalla fregata inglese annunciò l'inizio dell'evento e i cannoni risposero dai forti della città innalzando il nuovo stendardo, una bandiera da lui stesso disegnata: bianca traversata diagonalmente da una fascia rossa cosparsa di tre api d'oro.
In un batter d'occhio la banchina e il molo furono stipati gente mentre le campane della città suonavano a festa. All'apparire della lancia all'ingresso della Darsena l'esultazione degli abitanti non ebbe più confine. Fu un momento imponentissimo.
Giunto a terra Napoleone, le autorità ed il clero s'inchinarono rispettosamente, mentre il Maire gli presentò le chiavi della città che sua Maestà con singolare gentilezza restituì al primo cittadino (si racconta che, essendosi accorto che era una chiave frettolosamente dipinta d'argento, disse al Maire ".. tenetela voi, siete sicuramente più degno di averla". Poi avanzò il clero per ricevere la Sacra persona dell'Imperatore sotto il baldacchino.
Napoleone era accompagnato dal Gran Maresciallo Bertrand, dai Generali Drouot e Cambronne, oltre ad un lungo corteggio.
Il gruppo si trasferì al Duomo dove venne cantato il Te Deum di ringraziamento e da lì si avviarono al Palazzo municipale, dove alloggiò temporaneamente (poi scelse l'attuale Villa dei Mulini).
Finita la colazione, salito sul cavallo Libertin, volle subito visitare le campagne circostanti a Portoferraio e già a mezzanotte impartì ordini per visitare tutta l'isola, cosa che fece nei tre giorni successivi.
Il proclama
Il Governatore dell'Isola d'Elba, Generale Jean Baptiste Dalesme annunzia l'arrivo di Napoleone con questo proclama:
Le vicende umane hanno condotto l'Imperatore Napoleone in mezzo a voi, e la di lui persona scelta e lo dà per sovrano.
Avanti di entrare nelle vostre mura, il vostro augusto e nuovo monarca mi ha indirizzato le seguenti parole: mi affretto a farvele conoscere perché sono esse il pegno della nostra felicità futura.
"Generale, io ho sacrificato i miei diritti agli interessi della Patria e mi sono riservato la sovranità e proprietà dell'Elba: a ciò hanno acconsentito tutte le potenze. Compiacetevi di far conoscere il nuovo stato di cose agli abitanti e la scelta che ho fatto della loro isola per mio soggiorno in considerazione della dolcezza dei loro costumi e del clima. Diteli che essi saranno l'oggetto del mio più vivo interesse".
Elbani! Queste parole non hanno bisogno di essere commentate, esse formeranno il vostro destini. L'Imperatore vi ha ben giudicati: io vi debbo questa giustizia e ve la rendo.
Abitanti dell'Isola dell'Elba, io mi allontanerò presto da voi e questo allontanamento mi sarà penoso perché vi amo sinceramente: ma l'idea della vostra felicità addolcisce l'amarezza della mia partenza; ed in qualunque luogo io possa essere mi avvicinerò ancora a quest'isola, per mezzo della memoria delle virtù dei suoi abitanti e per mezzo dei voti che formerò in loro favore.
Generale Dalesme
Il manifesto
Manifesto stampato durante la notte e incollato in quindici o venti copie sui muri della città:
Il più felice avvenimento che potesse illustrare la storia dell'Isola d'Elba si è realizzato oggi!
Il nostro augusto sovrano, l'Imperatore Napoleone è arrivato fra noi. Le nostre speranze si sono realizzate: la felicità dell'Isola d'Elba è assicurata. Ascoltate le prime parole che si è degnato di indirizzarvi parlando con i funzionari che vi rappresentano.
"Sarò per voi un buon padre, siate per me dei buoni figli""
Parole che rimarranno eternamente impresse nei vostri cuori riconoscenti. Uniamoci tutti intorno alla sua sacra persona, rivaleggiamo in zelo e in fedeltà per servirlo. Sarà la più dolce soddisfazione per il suo cuore paterno. Rendendoci così degni dei favori che la Provvidenza ha ben voluto accordarci.
Il Vice-Prefetto Balbiani