Il Teatro dei Vigilanti

Durante il soggiorno all'isola d'Elba, Napoleone ritenne opportuno dotare Portoferraio di un teatro, assecondando la richiesta dell'Accademia dei Fortunati, che raggruppava gli appassionati di teatro dell'epoca.


L'architetto di corte, Paolo Bargigli, pensando di recare maggior servigio all'Imperatore costruendo un teatro il più vicino possibile alla sua abitazione - la Villa dei Mulini, intraprese la demolizione e la trasformazione della Chiesa della Madonna del Carmine, risalente al 1618 e sconsacrata all'inizio del '800. Era una delle chiese più ricche e belle di Portoferraio. Napoleone un giorno, visitando il cantiere osò dire all'architetto: " Voi avete sciupato una bella chiesa per costruire un brutto teatro".

Per poter reperire i fondi necessari alla sua realizzazione Napoleone mise in vendita i 65 palchi ai maggiorenti della città scatenando la corsa all'acquisto da parte di tutti coloro che volevano dimostrare la propria importanza sociale.

Il teatro fu inaugurato il 24 gennaio 1815 e presentava l'aspetto tipico dei teatri moderni all'italiana: pianta a ferro di cavallo con 65 palchi distribuiti su 4 ordini sormontati da un loggione. Le decorazioni pittoriche interne e il sipario furono realizzati dal pittore piemontese Antonio Revelli, quelle a stucco dallo stuccatore livornese Campolmi. Da un foro del soffitto centrale veniva calato un enorme candeliere. L'acustica era perfetta.

Appena fu pronto la sorella Paolina si adoperò per organizzare rappresentazioni, scritturò una compagnia francese e si fecero anche feste da ballo. In una di queste Paolina, vestita di un ricco costume di Maltese, obbligò il generale Cambronne a ballare con lei. Terminato il suo compito il generale le disse: "Principessa, vi ho obbedito, ho ballato, ma vi garantisco che avrei preferito andare al fuoco!"

Fu lei stessa che organizzò un gran ballo di Carnevale per il giorno precedente la fuga di Napoleone - avvenuta il 26 febbraio 1814 - su incarico del fratello, un pò per mascherare l'imminente precipitare degli eventi, un pò per congedarsi dalla società di Portoferraio. Riuscì particolarmente brillante e vi parteciparono tutta la notabilità di Portoferraio e gli stranieri che avevano accesso a Corte. Napoleone vi fece una rapida comparsa e si mostrò di buon umore.

IL SIPARIO

Della struttura napoleonica si è anche conservato l'originario sipario, dipinto a tempera magra da Vincenzo Antonio Revelli con Napoleone nelle vesti di Apollo. La scelta dell'episodio di Apollo che sovrintende agli armenti di Admeto, re di Tessaglia, rivela chiaramente un parallelismo tra l'esilio a cui fu costretto Apollo e il soggiorno di Napoleone all'isola d'Elba. Il paesaggio è montuoso, verosimilmente ispirato ai panorami dell'isola d'Elba.

Durante la 2° guerra mondiale il sipario fu smontato e conservato dagli abitanti di Portoferraio. E' stato restaurato dalla Sopintendwenza delle Belle Arti di Pisa.
Il sipario del Teatro dei Vigilanti
Dopo la partenza di Napoleone dall'Elba, il teatro continuò la sua attività cambiando nome in Teatro dei Vigilanti. Spettacoli di prosa, lirica e feste danzanti si alternarono fino al 1920 anno in cui per difficoltà economiche il teatro fu chiuso. Un restauro nel 1922/23 modificò in loggione il quarto ordine di palchi e vennero rinnovate le tappezzerie, i camerini, il palcoscenico e la buca dell'orchestra. Dopo altri restauri nel 1937 venne utilizzato come cinematografo fino al 1952. Negli anni '80, dopo un lungo tempo di abbandono è stato restaurato e recuperato all'attività teatrale. Ospita un ricco cartellone fra cui il Festival Internazionale "Elba Isola Musicale d'Europa" diretto dai maestri Yuri Bashmet e George Edelman.